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al testo di Annamaria Pambianchi
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Nebbia ditaveloci, al tetto ti attacchi. La strada ti fumi. A fiotti furiosi spegni le case. Fiori di bruma stagli sui volti che presto rapisci e consumi. Dov’è la terra dimmi. Dimmi la distanza del cielo. Parla a me in questa vacuità che suona.
Mio signore è l’inverno e nel gelo del tempo semino. Io non sboccio. Non porto un abito certo. Io sono il velo. Inceppo la corsa. La danza sospendo. Della via serbo l’insondato segreto. Son qui a implorare un occhio diverso. Nella sosta che sono, che prometto, di domanda in domanda colmo il tempo.
(2005)
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